Si tratta di una proposta di legge presentata in Parlamento dal Cnel. L’obiettivo è contrastare il tasso di recidiva, attualmente pari al 68,7% per i detenuti presenti nelle strutture italiane.

L’intervento ha come scopo quello di migliorare la qualità della carcerazione e della vita dei detenuti, che appare difficile da monitorare. Infatti sono 61.049 quelli che stanno scontando la loro pena in carcere, circa 120mila in esecuzione esterna e intorno a 100mila in attesa di collocazione.

Questo intervento rappresenta una rivisitazione dell’attuale quadro normativo in materia di ordinamento penitenziario che punta a rinnovare il sistema di gestione dell’inclusione lavorativa sia in carcere che nella fase successiva; ma serve anche a convogliare risorse esterne sia economiche che relative alle nuove competenze anche digitali.

L’obiettivo è potenziare interventi che influiscano su scala nazionale e coinvolgere il maggior numero di detenuti.

Per la realizzazione di questo progetto, è stato previsto un segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, uno strumento operativo per la gestione delle attività lavorative dei detenuti e il loro reinserimento socio-lavorativo.

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